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Il Grano, cereale solare per eccellenza.

…È la continuazione del raggio di sole che attraverso la pianta va fino al centro della terra.

In questa attività del contenuto spirituale del raggio di sole, si esprime l’attività dell’Io delle piante.

In questo modo collaborano assieme spirito, pianta e sole…

Il grano o frumento appartiene al genere botanico Triticum e annovera un numero considerevole di varietà sia antiche che moderne.

Interessante è osservare come questo cereale, così importante per il sostentamento dell’essere umano, venga coltivato praticamente in tutto il mondo, tanto che si suole dire che, in ogni mese e da qualche parte del mondo, c’è sempre qualcuno che miete questo prezioso grano.

Si potrebbe immaginare, in questo senso, il globo terrestre intero con i suoi diversi territori e continenti, in cui osservare contemporaneamente le piante di grano nelle loro diverse fasi di maturazione.

Nel nord-Italia per esempio, è seminato tra ottobre, novembre e raccolto a luglio.

Il genere botanico Triticum viene suddiviso in cinque specie principali:

  • Triticum monococcum; (Farro piccolo o monococco )

  • Triticum dicoccum; (Farro medio o dicocco)

  • Triticum aestivum spelta; (Spelta o farro grande)

  • Triticum aestivum; (Grano tenero)

  • Triticum durum; (Grano duro e Grano turanico-Triticum turgidum sub specie turanicum)

Per gli antichi Persiani, Egiziani e Romani, il grano (ovvero la varietà del farro, in particolare il monococco) rappresentava il nutrimento principale.

In Italia il farro fu introdotto grazie ai legionari romani che, dopo aver trascorso la giornata in battaglia, lo ricevevano come paga (fino a 820 grammi di farro al giorno).

Era abitudine dei legionari mangiare una sfarinata di farro (triticum spelta) chiamata “puls”, con lo scopo di rafforzare la muscolatura.

Per la necessità dei legionari e del popolo, inizia così a diffondersi in tutta la penisola italica grazie anche al fatto che si coltivava con facilità.

Santa Ildegarda di Bingen, nel 12° secolo, scriveva sul farro:

Il farro è il miglior cereale, procura giusta carne a chi ne mangia e gli appresta buon sangue. Rende l’anima dell’uomo lieta e piena di serenità”.

Il grano rappresenta, per la sua composizione, consumato integro e di buona qualità, il più equilibrato tra le varie specie di cereali. La sua azione nell’uomo si distribuisce armonicamente e uniformemente in tutti gli organi senza concentrarsi prevalentemente in alcuno. Sostiene il sistema neuro-sensorio, il sistema ritmico (cuore-polmone) e il sistema metabolico.

Merito della particolare composizione dei suoi minerali. 

L’essere umano necessita di un ben definito quantitativo di sali, fra cui i più importanti: potassio, sodio e cloro, per creare la base fisica necessaria allo sviluppo del sistema nervoso-sensoriale e quindi della propria coscienza, a sostenere l’attività del cuore e della circolazione sanguigna.

Il potassio in particolare è un sale minerale importante per la contrazione del muscolo cardiaco, collabora alla trasmissione nervosa, fa parte della struttura delle ossa, partcipa alla sintesi o alla crazione di proteine dagli amminoacidi e contribuisce al metabolismo dei carboidrati.

I cereali, se consumati integralmente, agiscono sinergicamente per la nostra salute e con vari meccanismi contribuiscono a prevenire innumerevoli malattie così frequenti ai giorni nostri.

Nella nostra epoca, invece, la produzione di cereali in modo non naturale ma forzato e intensivo con l’uso anche di prodotti chimici, crea forme troppo compatte e voluminose e poco ricettive all’azione della luce solare. 

I moderni processi di macinazione (attraverso l’uso di mulini elettrici) e la raffinazione (che permette di ottenere farine più bianche e fini e dove viene asportata la parte esterna del chicco con tutto quello che contiene), fanno si che vengano perduti la gran parte dei minerali, delle vitamine, delle fibre e delle sostanze fitochimiche.

Le successive trasformazioni, nel corso del processo di produzione industriale, portano all’eventuale disidratazione e all’aggiunta di sale, zucchero, glutine e grassi, peggiorando radicalmente l’iniziale composizione nutrizionale del cereale.

Effettivamente la presenza di farine raffinate e dei loro prodotti in commercio (basta fare un giro attento tra i scaffali di un supermercato), dai dolci di tutti i tipi, panificati e paste di tutte le forme presentati con immagini e colori invitanti, rappresentano indubbiamente una certa forma di tentazione e appagamento. Basta pensare alla soddisfazione di prendere al bar un buon caffè accompagnato da un bel cornetto con crema o marmellata, o gustare uno strudel ripieno di mele avvolte da una pasta sfoglia preparata con farina bianca e poi cosa dire della tradizionale pizza?

Ma così non riusciremo mai a gustare veramente un frumento integrale e a nutrirci di tutte le sostanze presenti in un chicco integro e non trattato o modificato.

A differenza dei grani moderni, che hanno subito innumerevoli selezioni e trattamenti, il grano antico è rimasto puro e autentico come millenni fa, mantiene una composizione proteica che lo rende particolarmente digeribile, e anche se lievita meno rispetto alle varietà moderne, è sicuramente da preferire.

Secondo il pensiero antroposofico le forze del sole sono responsabili della capacità della pianta di stare eretta (la sua verticalità è il risultato della compenetrazione, fin dentro la terra, di luce e calore), di avere radici ampiamente sviluppate e frutto maturo e abbondante.

Emma Graf e Udo Renzenbrink, ispirati da Rudolf Steiner descrivono come il grano sia in stretto rapporto con i sottili influssi provenienti soprattutto dal sole, dove il sole non è inteso come pianeta fisico ma come un gioco di forze che si rivela nella vita fisica dell’essere umano come un “senso di armonia”, una forma di rapporto equilibrato fra la propria interiorità e il mondo esterno.

Il grano diventa così un alimento idoneo a sostenere le forze solari nell’uomo (il pane quotidiano), forze necessarie per vivere con apertura, salute ed energia su questo mondo e per mantenere quella posizione eretta che gli permette di essere connesso con l’universo.

Farro monococco con asparagi verdi

400 gr di farro monococco

800 ml di acqua per l’ammollo e 400 ml in più per la cottura

Mettere il farro monococco in ammollo, la mattina per la sera, in 800 ml di acqua (calcolare 100 mg di farro a persona ).

Versare farro e acqua di ammollo in una pentola e aggiungere altri 400 ml di acqua o brodo vegetale. Portare a bollore, aggiungere 1 o 2 foglie di alloro e cuocere a fuoco dolce per 30 /35 minuti con il coperchio.

La cottura si puo considerare terminata quando i chicchi si presentano aperti (col germe in evidenza), differenziati gli uni dagli altri ma allo stesso tempo ben amalgamati, ma senza perdere la loro forma. Aggiungere il sale se necessario e olio di semi di girasole.

A parte stufare un po di asparagi verdi tagliati a rondelle regolari, del porro tagliato sempre a rondelle come gli asparagi e una patata tagliata a pezzetti regolari. Stufare le verdure finchè non si ammorbidiscono ma senza perdere la loro forma (10minuti circa), salare q.b. e condire il farro.

Con una parte delle verdure si può fare una vellutata, aggiungendo del brodo vegetale q.b. e frullando il tutto. Si può usar un pò di vellutata calda per cospargere il farro.

Aggiungere spezie a piacere e a gusto proprio o solo una spoveata di parmigiano.

Si può servire con carote tagliate con il pelapatate, stufate con finocchio e cipolla tagliati fini e con i semi di finocchio. trovare il punto giusto di cottura per evitare che la verdura perda la sua forma.