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L’essere del cereale

…È la continuazione del raggio di sole che attraverso la pianta va fino al centro della terra.

In questa attività del contenuto spirituale del raggio di sole, si esprime l’attività dell’Io delle piante.

In questo modo collaborano assieme spirito, pianta e sole…

Rudolf Steiner

La famiglia dei cereali comprende tutte le piante i cui frutti o semi, ricchi di amido, sono da sempre usati per ricavare farine. Caratteristica questa che ha permesso ai cerali di diventare la principale fonte di sostentamento per l’essere umano fin dall’antichità.

Sono diffusi in tutto il mondo e tutt’oggi sono alla base della nostra alimentazione.

I cereali appartengono alla famiglia delle graminaceae (o poaceae) e sono: il frumento, il riso, l’orzo, il miglio, il sorgo, la segale, l’avena, il mais e per estensione il grano saraceno, pur essendo quest’ultimo appartenente alla famiglia delle poligonacee.

Caratteristiche in generale

In primavera, dove abito io, è facile imbattersi in verdi campi coltivati a cereali, in particolare coltivati a farro, orzo e frumento.

Se mi soffermo a osservare con attenzione un campo fin dal germogliare del seme, che con forza supera l’ostacolo dello strato di terra in cui è sotterrato, nella formazione della spiga, con la sua timida fioritura e la maturazione completa del chicco; mi chiedo che cosa caratterizza queste piante e che cosa la rende così diverse e uniche rispetto a tante altre espressioni della natura.

Fin dal germoglio è evidente come la crescita e lo sviluppo della pianta sia rivolta verso l’alto in un moto fortemente verticale. Il culmo e la foglia non si espandono in larghezza e orizzontalità, come nella lattuga. Il fiore non risplende di colori e forme affascinanti come nella rosa, ma tutta l’evoluzione della pianta si concentra nella formazione del suo frutto e seme: il chicco.

Nelle varie fasi di crescita ed evoluzione delle piante di cereali, la forza concentrata del germoglio, al tempo giusto, si trasporta nella verticalità del culmo e nella forma lanceolata delle foglie. Foglie che ritmicamente si sviluppano nodo su nodo, girandosi come una spirale verso l’alto e staccandosi contemporaneamente dal culmo stesso. Nel momento in cui la spiga si espande fuori da quest’ultimo, la vitalità della pianta si concentra verso una nuova fase: la fioritura e la formazione del chicco.

Dalla coltre verde data dal colore vivo delle foglie, il campo si riveste di un manto dorato: la pianta si secca, la vita si ritira per manifestarsi ormai solo nel chicco, dove vi ritroviamo la massima concentrazione di tutte le forze formative precedenti.

Verticalità, espansione e concentrazione, sono caratteristiche peculiari delle piante dei cereali, da cui possiamo

intuire le manifestazioni delle forze della luce e del calore.

Da questo continuo alternarsi di concentrazione e espansione si avverte anche l’azione coordinata e armoniosa

delle cosiddette forze eteriche.

Non è chiaro quando furono coltivati per la prima volta i cereali sulla terra in quanto non esistono fonti scritte; nonostante questo, grazie a diversi ritrovamenti, si attesta il loro impiego fin dal Paleolitico, mentre in epoca neolitica i ritrovamenti testimoniano la pratica di culti legati alle divinità delle messi: personificazioni di figure femminili che simboleggiavano la madre terra e la fecondità.

Si diffusero culti, riti magici e religiosi collegati ai diversi momenti del ciclo produttivo agricolo. Grazie a questi riti i contadini cercavano di favorire e influenzare la fertilità dei campi e la fecondità del bestiame.

Mentre la “domesticazione” di queste piante sembra sia avvenuta in un periodo meno lungo che va indicativamente dal 12.000 a.C. al 6.500 a.C. in una zona particolare della terra: la valle del fiume Giordano nella Mezzaluna Fertile, dove si formarono le prime civiltà stanziali.

Ci si potrebbe chiedere che cosa ha spinto gli esseri umani a coltivare la terra, creando campi estesi e cambiando non solo la propria alimentazione, ma anche i ritmi della vita dei vari gruppi umani e i paesaggi naturali che abitavano.

Possiamo provare a immaginare come i nostri antenati iniziarono a selezionare i semi per le coltivazioni attraverso un processo molto simile alla moderna ibridazione. Molto probabilmente incrociarono le piante che avevano le proprietà migliori, come la presenza di chicchi più grossi o più numerosi, o che più facilmente si prestavano per essere mangiati e conservati nel tempo. Immaginiamo che a un certo punto sia sorta la necessità di trovare un modo per immagazzinare e conservare il raccolto, non solo come dispensa, ma anche per la semina dell’anno successivo. Passando così dallo stato di raccoglitore a quello di coltivatore.

Grazie a queste colture di “piante di civiltà” si organizzò l’intera vita delle varie società, perché la possibilità della creazione di un “surplus agricolo” permise a diverse persone di abbandonare il lavoro dei campi per esercitare arti e mestieri diversi. Inoltre i cereali, essendo può facilmente assimilabili cotti e abbinati con verdure e erbe, immaginiamo che dettero inizio anche a una cucina più raffinata.

🌾🌾“Come una grande mano amorosa, un essere soprasensibile poggia sopra le spighe dei cereali….. I frutti maturi dei semi accolgono in sè, se così si può dire, una scintilla di amore divino. Ecco quindi che i cereali sono un alimento non solo per il corpo ma anche per lo spirito…”

Heinz Grill da: ” l’alimentazione e la forza donatrice dell’uomo “

                              

Il chicco

Per comprendere la natura dei cereale, è importante conoscerne il chicco (cariosside in termine botanico), frutto e contemporaneamente seme del cereale.

Nella sua composizione vi ritroviamo, in potenza, l’intera pianta tripartita: uno strato corticale esterno di protezione; un germe da cui origina l’embrione della pianta; una grande porzione centrale chiamata endosperma o corpo farinoso, che serve da riserva di nutrimento per la piantina che deve crescere.

La prima struttura osservabile nel frutto è l’involucro esterno che funge da organo di protezione (circa il 17% del chicco), formato da una serie di membrane fibrose ricche di fibre di cellulosa. Nell’involucro esterno vi sono raccolte le forze che provengono dalla radice, vi troviamo infatti presenti: minerali, proteine, vitamine, metalli nobili in tracce e l’80% delle fibre.

Al di sotto dello strato corticale si trova la parte più consistente del frutto, chiamata endosperma amilifero o corpo farinoso e occupa circa l’80% del volume complessivo. Si tratta di una riserva di granuli di amido formatosi dall’attività della foglia verde, indispensabile per la nutrizione e lo sviluppo dell’ embrione e da cui, grazie alla macinazione, si ricava la farina. L’endosperma è avvolto da due membrane, una più interna detta strato di aleurone, ricca di proteine e grassi, e una esterna, o strato ialino, costituita da un velo di cellule elastiche.

Il germe costituisce una modesta parte del chicco, circa il 3%, ma contiene la maggior parte delle sostanze nutritive indispensabili per lo sviluppo dell’embrione e per la nutrizione umana. Ricco di oli di alta qualità, proteine, vitamina E, vitamine del gruppo B, in particolare la vitamina B1, ricopre un ruolo importante nel favorire l’assorbimento intestinale dei carboidrati.

L’intero chicco è compenetrato dai processi del silicio, ovvero il processo strutturante e plasmante che ha origine dalle dinamiche della luce proveniente dal cosmo, ma che si manifesta materialmente nella sostanza silicea. I processi del silicio agiscono dall’ esterno verso l’interno, come la luce agisce sulla pianta dall’esterno verso l’interno avvolgendola ripetutamente in superficie, proteggendola e contemporaneamente portando forze vitali e formative. 

In pratica il chicco è il risultato dell’intero processo di crescita del cereale, un processo di concentrazione e condensazione a partire dalle forze della luce cosmica, forze che ci vengono donate nel momento in cui ci nutriamo di questi “figli del sole

Mangiando cereali non consumiamo solo sostanze ponderabili come carboidrati e proteine, bensì incontriamo

un’espressione della natura e delle forze eteriche specifiche che la vivono e la formano.

Studiando questa espressione possiamo intuire anche l’azione che queste forze hanno sulla salute dell’essere umano