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Il creativo Disegno di Forme e il Massaggio delle Correnti

Che cos’è il disegno di forme? Questo susseguirsi di linee che mi si chiede di segnare su di un foglio di carta? E a cosa mai mi potrà servire questo continuo ripassare e aggiustare le forme che si creano?

E’ ciò che mi sto chiedendo mentre guido la grafite in questa danza vorticosa dove ogni tratto, ogni curva, ogni incrocio mi è già stato sapientemente indicato.

Mentre la mia mano sempre più sicura ripercorre lentamente, avanti e indietro, questa forma senza senso, ho quasi l’impressione che diventi viva e dilatandosi, assorba prepotentemente la mia attenzione, come se, in un certo senso, non potessi fare altro che seguire questo susseguirsi di linee, onde e incroci senza fine.

Solo la voce di Luisella che ci incita a porre fine al disegno, mi libera da questa ipnotica danza.

E’ come se la musica si fosse improvvisamente fermata, come in un gioco che facevo da bambina, intorno a me il silenzio, sul foglio solo forme immobili e piatte che a guardare bene non mi sembrano così belle come quando erano vive.

Con non poco giudizio osservo come quei segni, in un certo senso, descrivono perfettamente ogni mio intimo sentire, come una pellicola impressionata dalla luce che entra dall’obiettivo di una vecchia macchina fotografica.
Indirettamente rivivo i momenti di tensione in cui, non sicura della mia mano, il respiro si faceva superficiale, quasi inesistente.
Riconosco l’ansia di “fare veloce” “di fare bene”, riconosco la paura di quando perdevo la linea di riferimento, o agli incroci in cui mi chiedevo: “…e adesso per dove cavolo devo andare?…”

Ops…se questo è il negativo della foto che sono IO, è evidente che non sono poi così centrata come pensavo.

La mia attenzione ritorna al foglio, ma stavolta seguo le indicazioni con più attenzione. Mi posiziono ben bene, piante dei piedi ben aderenti al pavimento, ginocchia leggermente flesse, schiena dritta e osservo che tutto sommato è una posizione piuttosto comoda. Appoggio la grafite sul foglio e inizio a farla scorrere secondo le indicazioni che molto chiaramente mi sono state ridate.

La linea prende forma sotto le mie dita, la ripasso lentamente, correggendo e migliorando, ripristinando un ordine che per qualche strano motivo non c’era più. Il mio tatto si affina, quasi mi sembra di sentire lo spazio fra una linea e l’altra. Controllo il movimento della mano, per assicurarmi di rispettare le regole che mi sono state date. Valuto le varie parti della forma per aggiustarle, se troppo squilibrate.

E così mi ritrovo nuovamente a danzare una danza leggera e viva seguendo una linea che diventa traccia di un movimento, un movimento che osservo e correggo per evitare che questo flusso senza controllo si dissolvi senza una forma e senza un ritmo, come un brutto schizzo fatto velocemente e con poca attenzione.

Osservare senza giudizio le difficoltà incontrate durante il disegno di forme, mi aiuta a relazionarmi col mondo esterno che mi circonda e contemporaneamente a osservare il mio mondo interiore, in un continuo confronto con me stessa, con le mie paure e i mie limiti.

…Colui che si eserciterà con dedizione e diligenza sentirà non soltanto di “apprendere” qualcosa di nuovo, ma anche di compiere un “percorso” durante il quale egli stesso si trasforma. Il disegno di forme può diventare un percorso di autoeducazione e sviluppo spirituale… 

“Il creativo disegno di forme, Rudolf Kutzli pag.10”

Il disegno di forme si rivolge al centro dell’uomo, al polo ritmico del sentire, che ha il compito di armonizzare ciò che crea forme (polo neuro sensorio del pensare) e ciò che le dissolve (polo metabolico del volere), fortificando così il centro del nostro essere, l’IO. Un IO che proprio nel polo ritmico del sentire prende dimora.

Il disegno di forme nasce nel 1919 per volontà di Rudolf Steiner che lo introdusse insieme all’euritmia, alla fondazione della prima scuola Waldolf (scuola steineriana), basata su un metodo d’insegnamento ispirato alla ricerca di una “nuova conoscenza dell’uomo” (l’antroposofia).

Caratteristica peculiare di queste due materie sono la forma e il movimento.

Il disegno inizia con una linea retta il cui movimento, ripassato più volte, a un certo punto può diventare noioso e far perdere l’attenzione su quello che si sta facendo. Per risvegliarsi da questo stato soporoso, l’IO individuale deve opporre un impulso creativo e attivo che permette alla linea retta di diventare curva, rallentando inevitabilmente il suo movimento.

Lo svolgersi ritmico di linee rette e curve, di incroci di linee e cambi di direzione del movimento, fa si che la coscienza rimanga vigile e prenda parte attiva  nella creazione di forme, in un atto, se così si può dire, libero e creativo.

Nel disegno il movimento della linea segue un ritmo scadenziato che ci mette in relazione con lo scorrere del tempo e col nostro corpo eterico o vitale che ne viene rivitalizzato.

Il ritmo è il risultato dell’incontro armonioso fra le forze del corpo astrale, che danno forma in un gesto che si evolve dalla periferia verso il centro e le forze del corpo eterico che sono centripete, debordanti e responsabili della crescita che da un centro si muove verso la periferia.

       

…lo svolgersi del movimento è ritmicamente articolato, la retta, che è relativamente “morta”, diviene vivente. Alle fasi dello “sciogliere” si alternano le fasi del trattenere, del “legare”…
“Il creativo disegno di forme, Rudolf Kutzli pag.13”

                                                                                          

Obiettivo del disegno di forme: RINFORZARE il CENTRO dell’ UOMO, il suo sistema ritmico. Ecco che diventa un ESERCIZIO di CENTRATURA e di EQUILIBRIO tra il sistema neuro sensorio del pensare e il sistema metabolico del volere.

Per quanto riguarda la pratica del massaggio delle correnti, o l’attività del terapeuta in genere, l’esercizio del disegno di forme permette di percorrere una strada che porta direttamente al confronto con se stessi e con le proprie dinamiche interiori. Fattore indispensabile per un terapeuta che, accordandosi e mantenendo la giusta posizione con l’altro e la propria centratura, può accompagnare un processo di guarigione dove la salute è intesa anche come rapporto che la persona ha con sé stessa.

I processi di guarigione richiedono una buona dose di coraggio, del coraggio di guardare in faccia i propri dolori e di tempo. Un tempo a volte lento, in cui sembra non accada nulla ma in realtà, nelle profondità dell’uomo, tutto è in fermento. Un tempo che la persona, nel caso del massaggio delle correnti, prende per se stessa e per la propria salute.